Home > About Bruggi > Ricordo di don Goglino

"Facciamogli trascorrere in serenità gli ultimi anni della sua breve vita".
Probabilmente sarà stato questo l'intimo pensiero del Vescovo Igino Bandi quando destinò il giovane Don Natale Goglino a reggere la parrocchia di Bruggi. Il Presule, definito dal Goggi "di cuore generoso, di zelo ardente, di pietà profonda" non fu, almeno in questo caso, e per felice sorte di Don Goglino, buon profeta. Infatti il giovane prete, giunto malfermo di salute nella sperduta parrocchia dell' alta VaI Curone, vi rimase ad esercitare il suo ministero ininterrottamente per ben 55 anni, cioe' fino alla sua morte avvenuta il 5 Giugno 1952, all' età di 80 anni (la rivista Diocesana per il Clero ­luglio 1952, pqg. 85 pubblica il necrologio "Goglino Don Natale, NATO A Torre Garofoli lì 25-11-1982. ordinato sacerdote lì 25 Dicembre 1985 ­Vicario ­ economo e poi parroco di Brugi ed ivi deceduto il 5 Giugno c.a. in età di anni 75", riportando una evidente inesattezza relativa all' età.

Sono trascorsi poco più 50 anni dalla sua morte e vorrei tracciare un profilo di questo personaggio del recente passato che è stato "si arciprete, ma anche medico, orologiaio, maestro, consulente, notaio e soprattutto amico e confidente di ogni abitante" (Bruggi-Alta Val Curone a cura del Consorzio di miglioramento fondiario di Bruggi e della Pro Loco ­ Bruggi, maggio 1992).

Natale Goglino nacque il 25 Dicembre 1872 a Torre Garofoli da Francesco e da Maria Barabino: fu battezzato nella chiesa parrocchiale il 29 Dicembre dello stesso anno e gli furono imposti oltre al nome di Natale (con chiaro riferimento al giorno della nascita) anche quelli di Stefano, Giovanni e Giuseppe. Nell'atto di battesimo non vi sono riferimenti alla somministrazione degli altri sacramenti "che imprimono il carattere": cresima e ordine. La citata rivista diocesana riferisce che Don Goglino fu ordinato sacerdote il 25 Dicembre 1895 (altra fonte, 21, la fonte autentica, cioè lo stesso Don Goglino nell'immagine ricordo del suo giubileo sacerdotale, 22). Della non buona salute di Don Goglino ho sempre sentito parlare, soprattutto dalla sorella Ottavia (Cgt Ragni), alla quale il sacerdote era molto legato ed alla cui famiglia si rivolgeva spesso per l'acquisto di medicinali e per altri aiuti essendo, in passato certamente più di ora, difficili le comunicazioni con il Paese (la strada attuale venne costruita nel 1931 al posto della mulattiera).
Don Natale giunse a Bruggi nel 1897, dopo una breve reggenza a Semino, il Paese contava, allora circa 500 abitanti che nel 1952 si erano ridotti circa 180. Egli fu per gli abitanti di Bruggi dal 1897 al 1952 anno della sua morte, una guida carismatica, in periodo travagliato della storia d'ltalia e di profondo cambiamento sociale. Basta ricordare le due guerre mondiali, l' avvento del Regime Fascista, la lotta partigiana, il progresso scientifico e tecnologico, lo spopolamento della montagna a seguì del processo di inurbamento. Tutte circostanze che ebbero certamente la loro influenza anche nella vita del piccolo paese della Val Curone e che furono, in qualche modo, gestite da Don Goglino. Infatti Don Natale si preoccupò di curare i suoi parrocchiani durante le epidemie di tifo e di "spagnola". Istituì la scuola elementare (che prima di allora non esisteva) gratuita e fece della canonica una delle prime aule. Per queste sue attività ebbe il riconoscimento "civile" della nomina di Cavaliere dell'Ordine della Corona d' ltalia /27/10/1936).
Prima ancora erano giunti i riconoscimenti ecclesiastici, infatti il 23 aprile 1921 Don Goglino viene nominato "arciprete" e l' 11 Agosto 1925 il Vescovo Simon Pietro Grassi lo nomina "Vicario foraneo", cioè suo immediato collaboratore esecutivo nel distretto di competenza.
Tutto questo fu Don Goglino, cioè soprattutto un uomo di fede che con una visione aperta e moderna, diremmo oggi, della sua missione (ricordiamo anche che fu coetaneo di Don Orione) cercò di fare del bene non solo alle anime dei suoi parrocchiani ma di assisterli, sia pure nella grande limitatezza dei mezzi, anche nelle loro esigenze terrene.
In quest' ottica, forse, va inquadrato uno degli episodi più conosciuti della vita di Don Natale, quello che va sotto il nome dell' oro di Bruggi. Una vicenda tra il fantastico e l' irrazionale in un contesto di esasperata ricerca di miglioramento e di promozione sociale che caratterizzava la fine degli anni 20 del secolo scorso. Insomma, se proprio non era il posto al sole, l' oro sotto casa poteva ben essere un tranquillizzante succedaneo.
In breve, avvenne che, sulla base delle segnalazioni di un frate rabdomante, Don Goglino si convinse che in un certo terreno alla base dell' altura su cui sorge il paese doveva esserci l' oro.
L' episodio è revocato con una certa ricchezza di particolari dal Bonavoglia (Ricerche storiche su Fabbrica Curone pubblicato a cura dell' Amministrazione Comunale). La vicenda si concluse, come è noto e come, forse, era anche facile prevedere in un nulla di fatto. Bonavoglia conclude la sua ricerca affermando che quella ricchezza non stava al di sotto, ma al di sopra, in quel cielo, in quelle acque, in quelle distese di boschi, ma questa è, evidentemente tutta un' altra storia, perché di questa ricchezza nella quale gli abitanti di Bruggi erano immersi sin dalla nascita, ben difficilmente potevano accorgersi, assillati, come il loro parroco, da tante esigenze di ordine pratico ed immediato.

Cesare Goglino